Experience: un viaggio nel gustointervista all’autore Giuseppe Naclerio
Intervista a Giuseppe Naclerio
LIBRI D’IMPRESA (LI): Iniziamo dal sottotitolo del tuo libro: “A’ vit è nu’ muorz”. Perché lo hai scelto e che significato ha per te?
GIUSEPPE NACLERIO (GN): A’ vit è nu’ muorz significa che la vita è come un morso: per questo va presa con leggerezza e assaporata. Bisogna trarre piacere da ogni instante, senza cercare la perfezione, e rendere ogni momento un evento speciale.
(LI): Perché hai deciso di scrivere questo libro?
(GN): A vent’anni dall’apertura del mio primo ristorante, ho capito che desideravo raccontarmi. Quando sono immerso nel flusso del lavoro quotidiano, mi dedico completamente al cliente per fargli vivere un momento di piacere, relax e leggerezza. Quindi, di solito, non mi resta molto spazio per far emergere e conoscere la persona dietro il ristoratore. Questo libro mi dà l’opportunità di farlo: racconto l’origine della mia grande passione per la cucina e l’ispirazione che nasce dai miei piatti, soprattutto quando diventano il centro di momenti preziosi da dedicare a se stessi e ai propri cari.
(LI): Nel tuo libro parli spesso dell’emozione legata al cibo e alla tavola. Perché è così importante?
(GN): Il tempo è una risorsa scarsa e preziosa, e celebrare i momenti speciali della vita è un’abitudine che stiamo perdendo. Ma è importante continuare a farlo! Il cibo è uno strumento potentissimo in grado di raccontare storie e di creare esperienze memorabili. Andare al ristorante per le persone non significa solo soddisfare un bisogno alimentare, ma trovare un luogo in cui lasciarsi stupire e dove riscoprire la gioia dello stare insieme. Le emozioni affiorano grazie ai cibi e ai vini che non ci deliziano solo il palato, ma raccontano storie, legandosi a ricordi preziosi e a vicende familiari.
La mia visione del cibo e dello stare insieme contiene anche un elemento di stupore: un piatto o un abbinamento particolare, servito in maniera inconsueta, quando arriva al tavolo, diventa un argomento di conversazione che unisce le persone. Lo stupore è l’ “effetto wow” che cerco con la presentazione dei miei piatti, ma è anche il risultato dell’attenzione personalizzata che riservo ai clienti, della parola giusta al momento giusto, di quel consiglio disinteressato che può rendere la loro serata speciale. Ogni cliente che entra “Ai Sette Santi” è per me l’opportunità di riuscire a raccontare una storia emozionante attraverso un piatto. Voglio che ogni volta che ripenserà a quell’occasione, al piatto che ha mangiato e al mio ristorante associ al ricordo un’emozione positiva, una sensazione di piacere e la voglia di tornare.
(LI): Qual è la tua missione, come ristoratore e come imprenditore? E come riassumeresti il tuo metodo di lavoro?
(GN): Come ristoratore, la mia missione è rimettere al centro delle tavole e delle relazioni il cibo ragionato, preparato con cura e cucinato con amore, capace di diventare un’esperienza da condividere. È dare leggerezza, anche solo per attimo, permettere alle persone di vivere momenti di stupore non programmato. In qualità di imprenditore della ristorazione lavoro ogni giorno per far crescere la mia impresa e il mio ristorante, senza rinunciare alle materie prime di eccellenza e alla cura di ambienti e servizio. Ho fatto della ricerca del prodotto e dell’innovazione la mia ragione di vita.
“Ai Sette Santi”, attraverso i suoi piatti, offre ogni giorno nuove sfumature di sapore, nuovi abbinamenti e nuove sensazioni, che, uniti a un servizio di altissimo livello, rendono l’esperienza unica e indimenticabile. La qualità della materia prima, abbinata alla tecnica creativa, sono gli ingredienti del successo. Dopo molti anni di esperienza sul campo, ho capito la formula giusta per creare eventi memorabili. È la sintesi di quattro elementi chiave: accoglienza, atmosfera, emozione… e naturalmente stupore.
L’autore
Titolare del ristorante Ai Sette Santi, Giuseppe Naclerio ama il mondo della ristorazione e crede che qualità della materia prima, abbinata a tecnica creativa, siano gli ingredienti del successo.
La sua mission?
Unire ai grandi numeri (il suo ristorante conta più di mille coperti) una cucina estremamente curata e basata su materie prime d’eccellenza selezionate di persona.