Fai decollare la tua impresa
intervista all’autore Giuseppe d’Errico
intervista all’autore Giuseppe d’Errico
Raggiungere grandi risultati lavorando il minimo indispensabile?
Un sogno che secondo l’imprenditore Giuseppe d’Errico, autore del nuovo libro “Fai decollare la tua impresa”, è alla portata di tutti.
Lui stesso, partendo da zero (anzi, da sotto-zero), in soli dieci anni è riuscito a strutturare un’azienda che oggi fattura più di 4 milioni di euro. Dopo aver aperto una prima agenzia di posta privata insieme alla fidanzata Rosanna, ora sua moglie, Giuseppe D’Errico ha costruito un business solido in continua espansione.
Un libro dedicato sia a chi intende aprire una propria attività e desidera partire col piede giusto, sia agli imprenditori che non sanno come uscire dalle tante difficoltà che gli si presentano ogni giorno.
Intervista a Giuseppe d’Errico
LIBRI D’IMPRESA (LI): Perché hai deciso di scrivere questo libro?
GIUSEPPE D’ERRICO (GE): Sono convinto che con il coraggio, la volontà e l’impegno è possibile ottenere ciò che si desidera. Gli errori che ho commesso e le soluzioni che ho trovato lo dimostrano concretamente. Per questo motivo ho deciso di raccontare le mie esperienze lavorative: sono convinto che, leggendo la mia storia, ogni imprenditore o aspirante tale possa trovare il suo metodo per aprire un’attività o per uscire dalle difficoltà del fare impresa.
Ciò che mi è accaduto è stato d’insegnamento per me e oggi può esserlo anche per molti altri.
(LI): Di cosa stiamo parlando esattamente?
(GE): Nel 2012, a 35 anni, dall’oggi al domani mi sono ritrovato disoccupato e con un debito di 67.000 euro, ereditato dal mio vecchio datore di lavoro.
Eppure, grazie all’aiuto e al sostegno della mia fidanzata Rosanna – oggi mia moglie – non mi sono dato per vinto.
Insieme abbiamo aperto un’agenzia di posta privata investendo tutto ciò che avevamo (e anche ciò che non avevamo). Insieme abbiamo avuto ottime idee ma abbiamo anche compiuto errori più o meno gravi, insieme siamo caduti e ci siamo rialzati, insieme ci siamo messi in discussione e siamo stati pronti anche a cambiare per realizzare ciò in cui credevamo. Insieme abbiamo conosciuto Pietro e Tommaso, i miei soci attuali, e abbiamo capito che con loro avremmo potuto costruire e allargare il nostro futuro.
Oggi, pur partendo da sottozero, a distanza di dieci anni sono titolare di un’azienda di spedizioni che è arrivata a fatturare 4 milioni di euro all’anno. Non solo: riesco anche a ottenere sempre di più… lavorando sempre di meno.
(LI): In che senso: “lavorando sempre meno”?
(GE): Uno degli aspetti che caratterizza la nostra azienda è il fatto che non lavoriamo poi così tanto, rispetto al notevole fatturato.
L’arte di lavorare poco – mi piace chiamarla così – è un’idea che mi è venuta dopo aver seguito alcuni corsi di formazione, quando ho capito che il titolare di un’impresa è come il regista di un film: deve assumere il ruolo di supervisore, se intende raggiungere una crescita continua. Per fare questo bisogna imparare a delegare, perché qualsiasi attività può essere delegata con intelligenza. In questo modo si smette di correre in tondo, rifacendo sempre le solite cose che imprigionano in un loop continuo il proprio lavoro.
È quando finalmente ci accomodiamo sulla sedia del regista che possiamo trovare le migliori strategie da attuare per la crescita della nostra impresa, liberando il tempo da dedicare alla famiglia, agli amici e a noi stessi.
(LI): Quali altri aspetti sono importanti oltre alla delega?
(GE): Continuare a formarsi, sempre. Noi imprenditori non dobbiamo mai smettere di investire su noi stessi. Leggere libri e frequentare corsi, conferenze e circoli imprenditoriali ci permette di impostare in modo intelligente e proficuo la nostra attività.
(LI): Cos’altro?
(GE): Non dobbiamo aver paura di rischiare per raggiungere i nostri obiettivi, anche se questo significa dover andare controcorrente. Io ho cominciato a guadagnare proprio quando ho cominciato a spendere, perché quando si investe, calcolando le proprie mosse con attenzione, ogni uscita porta a un guadagno triplicato rispetto alla spesa.
Infine sono convinto che il vero imprenditore sia una persona che riesce a creare lavoro anche per gli altri, senza pensare sempre al mero tornaconto personale. È possibile far crescere la propria azienda grazie a investimenti oculati, ma anche favorendo le occasioni di lavoro per altre persone (che in questi tempi di disoccupazione è come minimo doveroso).
(LI): Quali altri consigli dà il tuo libro ai giovani imprenditori e a quelli più “navigati” che però al momento si trovano in difficoltà?
(GE): Attraverso il racconto della mia esperienza, cerco di offrire un quadro degli aspetti più importanti per strutturare un’impresa e farla decollare.
Mi soffermo per esempio sul tema della qualità come arma di diversificazione rispetto ai concorrenti: non serve essere l’impresa più economica sul mercato se il prezzo del proprio prodotto/servizio è ben rapportato al livello di qualità che si offre. Alla lunga è così che si riescono a fidelizzare i clienti.
(LI): “Fai decollare la tua azienda” parla anche dell’importanza di creare una rete commerciale performante e di automatizzare i processi aziendali.
(GE): Sì, perché si tratta di due pilastri insostituibili per elevare e mantenere alte le famose tre “E” di una buona impresa: efficienza, efficacia ed economicità.
Non bisogna mai dimenticare, infine, l’attenzione che si deve riservare ai dipendenti, perché loro sono la forza, il cuore, l’essenza stessa dell’azienda. Per questo motivo vanno seguiti, formati, aiutati e, quando è giusto, premiati.
(LI): Hai un messaggio finale per i tuoi futuri lettori?
(GE): Non datevi mai per vinti, perché c’è sicuramente una strada ancora inesplorata che vi aspetta per cominciare (o ricominciare) con il piede giusto, con coraggio e quel pizzico di sana follia che vi permetterà di ottenere tutti i risultati che desiderate.