Il Piacere di Stare Bene: intervista all’autrice Cristina Caputo
Essere in salute vuol dire vivere in armonia col proprio organismo, con le persone che amiamo e l’ambiente che ci circonda. Secondo Cristina Caputo, farmacista e counsellor professionista, lo Star Bene non si compra: si impara.
Ecco perché, dopo ventisette anni di conferme, Cristina Caputo ha deciso di racchiudere le sue conoscenze e le sue esperienze nel suo nuovo libro: Il Piacere di Stare Bene.
Lo scopo? Aiutare il lettore a riconoscere quali segnali gli sta inviando il suo corpo e A ristabilire l’equilibro tra corpo, mente ed emozioni.
Intervista a Cristina Caputo
LIBRI D’IMPRESA (LI): Com’è nata l’idea di scrivere un libro?
CRISTINA CAPUTO (CC): A 26 anni, dopo l’università, ho cominciato la mia carriera come farmacista. Ricordo che ogni giorno, da dietro il banco, era una lotta continua per aiutare le persone a non intossicarsi con vari mix di farmaci da autoprescrizione. Non sempre la gente apprezzava le mie domande (sembrava che volessi farmi gli affari loro!), ma in realtà io volevo solo proteggere la loro salute, volevo educarli allo STARE BENE, mentre loro si illudevano di poterlo ‘comprare’. Ogni volta che mi chiedevano un farmaco per far sparire “magicamente” quel determinato sintomo, cercavo di illustrarne tutti gli effetti e le interazioni magari con la terapia salvavita che già usavano, ma più mi impegnavo per spiegare, più ricevevo rispostacce. È stato questo a spingermi a tornare sui ‘banchi’, per cercare spiegazioni e soluzioni che l’Università non mi aveva dato, per riempire quello che mi piace definire “lo spazio immenso che c’è tra Salute e Malattia”. Ho deciso di scrivere questo testo per rendere fruibile e disponibile tutto ciò che ho appreso e sperimentato nel campo della Medicina Alternativa e Complementare. Il mio obiettivo è aiutare il lettore a costruirsi il proprio “libretto d’istruzioni d’uso” per continuare a investire tempo, energie e risorse nella propria Salute, prima ancora di arrivare alla Malattia. È un libro destinato a chi ha compreso il grande valore e la responsabilità che ha verso se stesso e il proprio Star Bene.
(LI): In cosa consiste il tuo lavoro?
(CC): Amo definirmi “una farmacista pentita”, una sorta di alchimista dei giorni che si ritira nella sua stanza piena di rimedi e trova la miscela giusta per quella precisa persona con quel preciso problema. Ho sempre pensato che dovesse esserci una logica di fondo che legasse tutti i sintomi tra loro, qualcosa legato alla Vita, quella che amo definire Bio-Logica, la Logica della Vita. Pertanto non ci si può accontentare di fermarsi all’aspetto puramente fisico, ma per trovare la formula giusta per quella persona, bisogna attingere da tutte le correlazioni che esistono tra la mente, il corpo e l’anima, come spiega chiaramente la PNEI, la Psico–Neuro–Endocrino–Immunologia. E infatti il mio lavoro consiste nel decodificare, a partire dal sintomo, il o i disequilibri a monte di esso per riportare equilibrio all’origine di dove si è perso, attingendo dalla farmacologia più appropriata (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia floriterapia, ayurvedica, ecc). Per farlo mi devo sintonizzare, ascoltando non solo con le orecchie ma anche col cuore, la persona nella sua interezza, con la sua storia e attraverso le sue emozioni. Dove mi muovo non è nella cura, lì ci pensa egregiamente la Medicina tradizionale, e nemmeno nella diagnosi preventiva: io agisco nella prevenzione, quella primaria, quella che viene anni luce prima della malattia e che cerca di tenerla anni luce lontana. Altra cosa infatti è la diagnosi preventiva, utilissima metodica di indagine clinica, che però, praticata sui soggetti sani, mette in luce la presenza o l’assenza della malattia (e sapere da cosa sei affetto, il prima possibile, fa la differenza sulla terapia e sulle possibilità di guarigione). Insieme alla persona vado a capire a che punto è del suo equilibrio di Salute, quanto se ne sta allontanando e come mettere in atto i correttivi necessari per mantenersi o riportarsi nello stato di totale benessere fisico, mentale e sociale. Il mio lavoro è agire sia dove c’è patologia, per migliorare la qualità di vita, sia dove la salute c’è ancora, per prendere in giusta considerazione quel sintomo e correggere fin da subito la traiettoria che sta allontanando l’organismo dal suo equilibrio fisiologico.
(LI): Il tuo è dunque più un approccio al sintomo in termini causali che non solo palliativi?
(CC): Esatto. Se l’organismo ha scelto quel sintomo è perchè vuole mettere in evidenza uno o più disequilibri. Noi esseri viventi siamo macchine perfette ma molto complesse, pertanto come dei fini orologiai, non si può avere tra i propri strumenti solo martello e scalpello, perchè la complessità va compresa nella sua interezza e approcciata con strumenti adeguati e raffinati. Questo approccio al sintomo presuppone una cultura e una conoscenza finalizzate allo Stare Bene, e non all’intervenire con sistemi che mettono una pezza quando ormai si sta già male. Il mio lavoro è aiutare la gente a creare e preservare condizioni di stabilità a ogni livello sottostante quel sintomo, affinché proprio quel sintomo non si riaccenda mai più.
(LI): Puoi farci un esempio?
(CC): Se un intestino funziona poco, appurato che non ci sia una patologia, non si può solo “aiutarlo” spingendo la sua funzione con rimedi sintomatici (es. lassativi). Infatti, se uso strumenti correttivi adeguati per disintossicarlo (es. cambio alimentazione, introduco più acqua, limito lo stress quotidiano, lo ripopolo con una flora batterica saprofita non patogena per farlo funzionare nel modo corretto, ecc.) difficilmente svilupperà patologie. Se non modifico neanche una delle mie abitudini e uso una marea di lassativi, a un certo punto la patologia troverà condizioni per manifestarsi. Peccato che quella sia l’ultima spia utile per invertire la direzione di marcia, e se resterà inascoltata lascerà spazio all’organismo per ammalarsi di qualcosa di irreversibile (e non necessariamente là dove si era manifestato il primo sintomo!).
(LI): Cosa può imparare il lettore dal tuo nuovo libro?
(CC): Può imparare ad “ascoltarsi”, e durante percorso che facciamo insieme, comprendere il proprio unico, irripetibile e indiscutibile “libretto d’istruzioni d’uso”, per capire la causa che sta dietro a quel sintomo al fine di raggiungere e mantenere il proprio benessere psicofisico. Il libro fornisce al lettore una serie di strumenti teorici e pratici, per un’autonoma gestione del proprio stato di Salute. All’interno sono racchiuse anche una serie di preziose testimonianze, per le quali devo ringraziare le persone che con fiducia, pazienza e spirito di collaborazione hanno deciso di condividere i propri disagi psicofisici. Il mio augurio è che, grazie a questo libro, il lettore possa riappropriarsi o conservarsi la propria Salute e non in maniera automatica, scontata, ma trovando la motivazione per mettere in dubbio abitudini consolidate, rivoluzionando convinzioni, raggiungendo consapevolezza e conoscenza, nemmeno arrendendosi di fronte agli insuccessi, scardinando l’illusione che la propria Salute sia da delegare completamente nelle mani di altri. La Salute appartiene a ognuno di noi. È un nostro diritto, un nostro dovere e un nostro piacere.